venerdì 19 luglio 2019

Adolescenza e depressione: aumento del rischio a causa della tv e dei social network


Secondo uno studio condotto presso l'Università di Montreal, c'è un aumento del rischio di depressione in adolescenza a causa dell'uso di social network e televisione. Il possibile problema però non risiede nella quantità di ore che un adolescente passa davanti agli schermi, ma dal confronto con ciò che loro vedono

Sono esposti ad immagini che spesso propongono modelli impossibili, una sempre più pericolosa tendenza alla perfezione, che è molto lontana dalla realtà ma che gli adolescenti non sanno discriminare. 
Sembra che essere continuamente esposti ad immagini in cui gli altri appaiono in situazioni positive, possa aumentare il rischio di depressione. 

Riflettevo su questa ricerca ed in effetti ormai in terapia con i ragazzi molto giovani, si parla spesso di ciò che vedono in tv o sui social; tendono spesso a confrontare le loro vite con quelle di personaggi più o meno famosi, e il limite più difficile è proprio quello di comprendere che attraverso questi schermi non è riportata la realtà, ma solo ciò che si vuole mostrare. 

Molti ragazzi rimangono quasi sbalorditi di fronte a qualcosa di così ovvio. Quello che vedono, le continue immagini a cui sono sottoposti, non sono la realtà, ma loro fanno fatica a comprenderlo. 

Va ricordato che gli adolescenti, per la natura della fase del ciclo di vita in cui si trovano, tendono molto ad osservare i loro coetanei e a scegliere dei modelli da imitare. Il problema sorge nel momento in cui loro sono tempestati da immagini di vite apparentemente perfette, da foto bellissime e ritoccate, da realtà totalmente alterata.

Se penso alla mia adolescenza, non esistevano gli smartphone e l'unico modo per relazionarsi con gli altri era il vedersi di persona, il muretto dove ci si dava appuntamento, le telefonate in cui si parlava di tutto. 
Le relazioni erano basate sull'incontro, la condivisione e il confronto diretto, ed ognuno mostrava se stesso, nel bene e nel male. 

Oggi invece i ragazzi accedono ad un livello virtuale che scambiano per realtà, a mondi "adulti" di cui non hanno esperienza, che non gli consente di riflettere su ciò che vedono. 

Il grande problema che lo studio ha rilevato, e che purtroppo ho riscontrato anch'io nella mia pratica professionale, è l'aumento di sintomi depressivi negli adolescenti. Ma non solo. Si riscontra un forte ritiro sociale, difficoltà nel riconoscere e gestire le proprie emozioni, un'incapacità di base nel costruire relazioni durature, difficoltà nell'esprimere sentimenti, ecc. 
Siamo di fronte ad una futura generazione che probabilmente potrà avere molte difficoltà a cavarsela nella vita, se non si comincia a mettere in atto dei progetti di prevenzione. 

I ragazzi hanno bisogno di noi adulti, come mediatori rispetto ad una nuova realtà che non conoscono e non riescono a gestire. Hanno bisogno di maggiore sostegno psicologico, per imparare a pensare, a fare esperienza di sé stessi nel mondo. 

Il contesto privilegiato sicuramente è la scuola. Per buona norma, in ogni istituto scolastico dovrebbe essere presente uno psicologo a disposizione dei ragazzi, ma sarebbe molto importante investire in progetti che li aiutino concretamente a vivere la fase dell'adolescenza in modo sano. 

E' necessario anche che i genitori imparino a diventare mediatori per i loro figli, che si avvicinino al mondo dei ragazzi con curiosità e sincero interesse, per comprenderli e seguirli. Come professionista offro percorsi di sostegno alla genitorialità, strutturati in 5 o 10 incontri, in cui poter fornire degli spunti di riflessione e aiutare i genitori nello sviluppo di risorse favorevoli nel loro figli. 

L'unico modo per salvare i ragazzi è proprio attraverso la prevenzione, strumento prezioso che può aiutare concretamente i nostri ragazzi a diventare degli adulti consapevoli e sereni. 

Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa Chieti Psicologo Chieti Psicoterapia Chieti

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