lunedì 16 novembre 2015

"Perché scelgo sempre la persona sbagliata?"


Mi occupo di relazioni e anche nei percorsi individuali spesso mi chiedono: "Dottoressa, ma perché scelgo sempre la persona sbagliata? sembra che commetta sempre lo stesso errore!" In questo articolo cercherò di rispondere a questa domanda, riflettendo sulle dinamiche personali e relazionali che entrano in gioco nella scelta di un partner.

Durante i percorsi di psicoterapia si riflette sulla relazione con sé stessi e sulle relazioni con gli altri. Molto spesso il motivo principale per cui una persona si rivolge a me è proprio quello di comprendere cosa non va nelle relazioni, come riuscire a costruire delle relazioni di coppia, di amicizia e familiari, stabili e serene.

Per rispondere a questa domanda ho deciso di riportare e commentare alcuni passi di un articolo che tratta proprio la scelta del partner del Dott. Claudio Angelo. 

Faccio una premessa: nei momenti iniziali di un nuovo rapporto, durante la frequentazione, viene messo in atto un meccanismo, per cui si tende ad essere molto attratti dall'altra persona e a mettere in atto un meccanismo di disattenzione selettiva per aspetti che non rientrano nell'ideale. 
L'attenzione viene attratta solo da elementi positivi, mentre si utilizza una sorta di disattenzione ( si fa quasi finta di non vedere) altri aspetti negativi del partner che non piacciono o non rientrano in quello di cui si ha bisogno. 
Questa premessa era doverosa per spiegare che in fondo, ogni scelta, non è mai del tutto casuale o quantomeno così inconsapevole!
"... qualsiasi nuovo rapporto intimo presuppone e comporta una serie di confronti con altri rapporti significativi..."
Come scrive il Dott. Claudio Angelo, durante le fasi iniziali della scelta di un compagno/a, si fanno dei confronti rispetto ad altre relazioni che già conosciamo. Questi confronti non vengono fatti solo con altri rapporti di coppia, ma anche con relazioni significative in cui entra in gioco l'emotività: rapporti con i genitori, con un padre o una madre, per esempio. 

La scelta di una persona da amare infatti, si basa su qualcosa che noi già conosciamo, come se nella relazione con questa persona sentissimo delle sensazioni, emozioni, modalità di relazionarci che in fondo ci sono familiari, già conosciute. 

L'incontro non è mai del tutto casuale, poiché a livello inconscio siamo attratti da ciò che già abbiamo conosciuto, non siamo attratti invece da qualcosa di totalmente diverso e sconosciuto da noi. 
Questi confronti vengono fatti in modo inconsapevole, ma esistono, e guidano il nostro interesse verso persone che, nel loro modo di parlare, comunicare, muoversi, ci fanno sentire in modi già conosciuti. 
" ... l'esito dell'incontro con il potenziale partner che si rivela tanto più adatto quanto più fa intravedere la possibilità, reale o fantasticata, di dare informazioni sui punti problematici del rapporto passato o di risolverli". 
In questo passo dell'articolo c'è un'informazione importante sulla relazione, mettendo in rilievo il fatto che le relazioni di coppia attuali, sembrano poter fornire informazioni su relazioni passate

Le persone tendono in qualche misura a creare relazioni con persone che fanno rivivere una sorta di "ricordo" di una relazione passata problematica. 
Come una ripetizione, una riedizione, di una relazione passata in cui ci si è sentiti in conflitto, non compresi, insoddisfatti, nel tentativo inconscio di risolvere i problemi di quella relazione passata, attraverso un'altra relazione problematica presente. 
"L'individuo, cioè, di fronte al ripresentarsi di situazioni relazionali insoddisfacenti, per le quali non è ancora riuscito a trovare una soluzione o una risposta, ripeterebbe delle operazioni di "test" della relazione, al fine di verificare la correttezza della sua interpretazione e delle sue aspettative negative e, soprattutto, di trovare una via d'uscita all'impasse". 
Ecco la risposta alla domanda iniziale "Perché scelgo sempre la persona sbagliata?". Ripetere relazioni insoddisfacenti che hanno delle caratteristiche simili con altre relazioni insoddisfacenti passate, molto probabilmente con figure significative, permette alla mente di verificare le proprie percezioni e sensazioni, in un disperato tentativo di cambiare le cose. 

Di fondo c'è il bisogno inconsapevole di curare delle ferite passate, di curare relazioni passate che non hanno soddisfatto la persona a livello emotivo e relazionale

E' come quando una donna, figlia di un uomo violento, si trova in relazione con un compagno altrettanto violento. Quando un uomo che non ha ricevuto affetto dalla propria madre si trova in un matrimonio senza amore. Quando si è vissuti in una famiglia in cui non si poteva litigare per la paura del conflitto e ci si ritrova in una famiglia in cui si litiga continuamente, provocando stati di forte tensione e dolore psicologico. 

Oppure giovani donne, belle e intelligenti, che sembrano attrarre e relazionarsi con uomini che all'apparenza sembrano corrispondere ai loro bisogni ma in realtà mancano di una base sicura, esattamente come hanno già vissuto nelle loro famiglie di origine. 

Queste scelte sono in parte inconsapevoli, e per cambiare le cose c'è la necessità di rileggere le relazioni passate e originarie, comprendendo quali sono i bisogni emotivi non soddisfatti per riuscire a curare quei bisogni per evitare di cercarli all'interno di una relazione di coppia. 


Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa e Psicoterapeuta Chieti Pescara
Tel. 340.0072355
Web: www.robertaschiazza.weebly.com
roberta.schiazza@libero.it

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6 commenti:

  1. Interessante articolo, soprattutto quando fa luce sul fatto che sì, siamo attratti da persone che ci ripropongono situazioni a noi conosciute, ma che questo è un meccanismo che abbiamo per cercare di risolvere ciò che c'era di sbagliato nel passato. Inconsciamente siamo spinti a migliorare, ma spesso non riusciamo ad ascoltarci.

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  2. Si, esatto. E' come un tentativo di cercare il cambiamento: il cambiamento dell'altro, ma soprattutto il cambiamento nell'immagine che si ha di se stesse. Di solito quando si mette in atto questo meccanismo ci si è sentite poco amate fin da piccole...e questi tentativi di cambiamento nella relazione da adulte può servire anche per sentirsi finalmente amate da una persona complicata e spesso sfuggente. Il cambiamento vero invece consisterebbe nell'amarsi a prescindere dall'altro, nel credere fermamente di essere degne di amore, senza doverselo guadagnare (che poi sarebbe l'amore genitoriale, quello incondizionato). Se mi amo farò delle scelte sane, non avrò bisogno di "riparare attraverso una relazione" ma sceglierò qualcuno che mi fa sentire bene da subito.

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  3. dott.ssa grazie mille.. cercavo di capire il mio schema mentale sbagliato e lei lo ha riassunto perfettamente.

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  4. Sophie grazie per il suo commento. Però non pensi di avere uno schema sbagliato...lo veda piuttosto come una modalità che è stata funzionale fino ad ora. Se sente la necessità di cambiare qualcosa e di provare ad amarsi e ad amare in modo nuovo è qualcosa di positivo e bellissimo. Le faccio tanti auguri di cuore, affinché riesca a trovare la persona giusta che la renda felice e serena!

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  5. Buongiorno dott.ssa, grazie per il suo articolo. In una risposta lei scrive:"Se mi amo farò delle scelte sane, non avrò bisogno di "riparare attraverso una relazione" ma sceglierò qualcuno che mi fa sentire bene da subito". Per quanto mi riguarda sento che in me, c'è spesso un sentimento di inadeguatezza e colpa nel non essere riuscita ad amare il genitore distante e freddo, come avrei voluto e quindi questo mi porta a cercare di riprovare con partner che si comportano in maniera fredda, distante o irraggiungibile, per cercare di accettarli, poichè sento che sono io che non riesco ad amarli per come sono loro. Questo atteggiamento, mi preclude di trovare un partner che mi faccia sentire amata col calore e la comprensione che desidero. Può dirmi il suo pensiero a riguardo? Grazie!

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  6. In risposta al commento del 26 Novembre 2018
    Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Ha riassunto precisamente il meccanismo che ho cercato di spiegare nell'articolo.
    Quello che mi ha colpito subito è stato il senso di colpa che lei riferisce, nel non essere stata capace di amare un genitore freddo e distante.
    Ecco, bisogna partire da una premessa: lei non era tenuta ad amare un genitore che ha sentito sempre freddo e distante da lei. Lei era figlia ed aveva diritto di avere un genitore amorevole ed empatico. Non è colpa sua, e il ripetere scelte sbagliate la porta solo a confermare l'idea che ha di sé, di una persona sbagliata. Mi sembra però che lei già sia a buon punto nella comprensione della dinamica che la porta a scegliere la persona sbagliata, quindi le suggerisco di leggere un libro, "La ferita dei non amati" di Peter Schellenbaum
    Legga con attenzione soprattutto la prima parte del libro, sono certa che le sarà utile. Un caro saluto, e un abbraccio pieno di calore!
    Roberta

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