mercoledì 6 marzo 2019

L'incomunicabilità dell'essere: l'adolescente e la sua famiglia


Gli adolescenti sono esseri complicati.
La fase dell'adolescenza è un groviglio faticoso per tutta la famiglia: cambiamenti improvvisi, modalità comunicative nuove, richieste e conflitti, pretese e porte chiuse. La vita familiare diventa difficile e il giovane adolescente sente dentro di sé dei profondi cambiamenti che non sa come gestire. E vi assicuro, che anche da psicologa, non è semplice accogliere un adolescente in difficoltà e la sua famiglia.
In questo articolo provo a portarti con me nel mondo dell'adolescenza.
Cosa succede ai ragazzi?

I giovani adolescenti arrivano da un mondo infantile, in cui il gioco e la spensieratezza la faceva da padrona. Ora cominciano a riflettere, a pensare in modo astratto alle cose. Si guardano intorno, tanto da avere paura di ciò che accade e di come vengono visti dal di fuori. Tutto questo prima non succedeva! 

Gli adolescenti capiscono che qualcosa sta cambiando: il cambiamento però avviene sia dentro che fuori, ed immagina quanto può essere complicato! 
Il corpo cambia, traumaticamente differente dal corpo bambino, inizia una fase in cui si vive dentro un corpo strano, quasi alieno, una via di mezzo. Non è più piccolo, ma non è ancora un grande. 

Immagina quando il corpo fa fatica a cambiare, quando l'adolescenza sembra arrivare tardi. Le paure, le ansie, le preoccupazioni, il senso di inadeguatezza, possono davvero rendere la vita difficile. 

Che paura poi le relazioni con gli altri! L'adolescente deve imparare a stare con gli altri, trovando il suo personale modo di stare al mondo. Semplice vero? 
Nemmeno noi adulti a volte siamo certi di chi siamo, immagina un ragazzino che si sta affacciando alla vita. 

Le relazioni sono come un prezioso diamante da conquistare: è bellissimo, lo desidero, ma non so bene cosa farne e come indossarlo. 
L'adolescente le ama e le teme. 

Poi c'è il cambiamento interiore: tutto sembra avere un colore diverso, le situazioni iniziano a diventare importanti, gli interessi cambiano...e dentro inizia a sorgere il "dubbio". Sì, perché gli adolescenti non sanno cosa gli piace e cosa no, non lo sanno ancora, e questo rende le loro opinioni molto fluide. 

Cosa mi piace davvero? Boh. Cosa mi interessa davvero? Boh. 
Senza averne fatto prima esperienza come può un ragazzo sapere cosa gli piace e conoscere i suoi interessi?
Ma, cosa ancora peggiore, il ragazzo non può fare tutte le esperienze che sogna. Che frustrazione!!!! 

Non può subito sperimentare tutto, altrimenti perderà il desiderio della vita, e questo può portare a delle grandi sofferenze. Quindi i genitori iniziano a mettere dei limiti, quando va bene. 
Alcuni genitori pensano di lasciare libero il figlio di fare esperienza, senza tanti controlli, deve pur sbagliare, giusto? 
Eh, no! Sbagliato! 

Il giovane adolescente deve "DESIDERARE ARDENTEMENTE" E COMBATTERE per ciò che vuole. Ma se non ha un'autorità contro cui combattere, come farà a diventare abbastanza forte per affrontare la vita? 
Quando imparerà a lottare per raggiungere i suoi obiettivi?


Cosa succede nella famiglia dell'adolescente?

Nella famiglia sembra che stia passando un tornado: tutto e tutti vengono sballottati in balìa del vento, non si capisce più nulla. 
I genitori che prima si rapportavano con un dolce bambino, ora si ritrovano a relazionarsi con un estraneo...il loro figlio adolescente! 

Sembra che da un giorno all'altro quella benedetta porta della camera sia diventata invalicabile. La porta è perennemente chiusa. 
Il ragazzo si chiude in sé stesso, sempre ad ascoltare musica o a vedere video di perfetti sconosciuti. 
Il linguaggio cambia radicalmente, tanto che i genitori fanno fatica a capirlo. 

I genitori vivono un forte senso di impotenza, sembra che la loro autorità non valga più nulla. Le regole vengono costantemente messe in discussione, gli orari di uscita sono diventati l'argomento all'ordine del giorno. 

Quando il genitore va a scuola a parlare con gli insegnanti, il senso di inadeguatezza raggiunge l'apice: "Non si impegna, dovete seguirlo di più!"
Il genitore ci prova a seguire il figlio, ma lui non vuole studiare, sembra essere disinteressato, svogliato, strafottente. 

I genitori iniziano ad avere paura, stanno perdendo il controllo e vorrebbero fare meglio il loro lavoro, ma semplicemente non ci riescono. Questa nuova versione di figlio 2.0 li mette in grande difficoltà, loro non sanno cosa fare, come comportarsi. 

Cosa penso quando arrivano in Consulenza nel mio studio?

Quando li incontro, chiedo di parlare la prima volta solo con i genitori. 
Credo che loro abbiano bisogno di uno spazio di riflessione per mettere a fuoco il problema. Inoltre io ho bisogno di conoscere la famiglia, di comprenderli, di conoscere la loro storia e cosa li preoccupa. 

Vedo genitori terrorizzati, apparentemente non pronti ad affrontare la battaglia dell'adolescenza. Alcuni sono molto rigidi, e di solito proprio questo è il problema. 
L'adolescenza è una fase che coinvolge tutta la famiglia; richiede ai genitori di essere maggiormente flessibili rispetto ai bisogni del figlio e al loro ruolo di guida e supporto. 

Nel primo incontro gli restituisco il loro ruolo: sono loro i genitori e devono imparare a stare in relazione in modo nuovo. 
Dovranno infatti trovare un equilibrio tra l'autorevolezza e la complicità. Non sarà un percorso facile, ma quasi tutti i genitori sono in grado di raggiungere questo equilibrio. 

Nelle sedute seguenti incontro il figlio/a adolescente. L'incontro è per me un'occasione piacevole di scoperta: vedere di persona il ragazzo o la ragazza che mi hanno descritto i genitori è sempre fonte di tante informazioni. 

Trovo che i ragazzi un po' persi siano molto interessanti, hanno in sé un grande desiderio di trovarsi, ma non hanno gli strumenti per farlo. 
Inoltre sono spaventati da me, dal mio ruolo e dal mio lavoro che conoscono solo tramite i film; questo mi fa sorridere e mi permette di farmi conoscere per la psicologa a volte irriverente che sono! 

Al termine del primo incontro, quasi tutti vogliono tornare, con un grande sorriso sul volto. Questo accade non per le mie particolari doti di psicoterapeuta, ma per il loro innato bisogno di avere "uno spazio" tutto loro in cui poter riflettere, poter esistere nella loro indefinita complessità. 

La forza di un percorso psicologico in adolescenza è racchiusa nell'idea che la famiglia e l'adolescente, possano avere un loro spazio e un loro tempo per scoprirsi, per capire chi sono, per acquisire ruoli nuovi nella famiglia e nella società, per provare e sperimentare strategie diverse e fruttuose di stare in relazione fino a raggiungere un equilibrio sano. 

Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa Chieti, psicoterapeuta sistemico relazionale
www.robertaschiazza.weebly.com
roberta.schiazza@libero.it

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