giovedì 7 giugno 2018

L'uomo è abituato a sacrificare la propria felicità per un po' di sicurezza


La felicità richiede impegno, motivazione, lavoro. Sì, perché non è qualcosa di casuale, qualcosa che capita, ma bisogna avere il coraggio di essere felici. La ricerca della felicità è un lavoro impegnativo e richiede tanta motivazione. 
Molti invece preferiscono la sicurezza e la tranquillità, perché è più facile rimanere nell'equilibrio che rischiare di essere felici. 

Gli esseri umani tendono all'omeostasi, cercando quindi di stabilire e mantenere un equilibrio, anche quando questo equilibrio non è soddisfacente. 
E' un bisogno psicologico che permette alla persona di preservarsi, proteggersi, anche se questo significa essere insoddisfatti. 
Questa è la ragione per cui alcune volte si tende a rimanere in rapporti in cui si sta male, non si ha il coraggio di cambiare lavoro, di impegnarsi per modificare la propria situazione. 
E' un meccanismo molto comune, alcuni lo chiamano "zona di comfort", a me piace chiamarla "tendenza all'omeostasi". 

Questo meccanismo serve all'individuo per proteggersi, per preservarsi. Ma il problema sorge in quelle situazioni in cui la persona, pur di non toccare l'equilibrio acquisito, resta anche in situazioni fortemente stressanti e non si impegna per cambiare. 

L'unico modo possibile per trovare il coraggio di cambiare e raggiungere la propria felicità passa attraverso un percorso di comprensione: bisogna capire perché questo equilibrio tranquillo è così funzionale

Come questo equilibrio raggiunto, seppur insoddisfacente, ti fa stare tranquillo?

A cosa ti serve rimanere in questa situazione? A quale bisogno profondo risponde?

Solo attraverso la comprensione dell'utilità e della funzione di questo meccanismo potrai arrivare a decidere se e come cambiare. 

Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa e Psicoterapeuta Chieti

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