sabato 4 luglio 2015

Una psicologa ... sotto una Pioggia di Parole


Ieri sera, grazie all'invito di una carissima amica, ho assistito ad un monologo teatrale di Paolo Verlengia ("MIR Manifesto d'intima Resistenza). 
Parto dal presupposto che di teatro, o performance teatrali, non ne capisco molto, ma lo apprezzo. 
Le rappresentazioni in senso lato mi hanno sempre affascinata, anche grazie alla scuola elementare sperimentale che ho frequentato, che ha segnato le mie scelte di vita e ha instillato in me i concetti di curiosità, creatività e meraviglia. 

Ecco, ieri sera, ho sperimentato la meraviglia


Dunque, la mia cara amica Ilaria, mi invita ad assistere a questa performance ciclica. L'instancabile Paolo avrebbe ripetuto ogni mezz'ora la sua performance...il ché già di per sé è qualcosa di straordinario! 

Si entra in piccoli gruppi in una stanza molto accogliente. Dobbiamo sederci a terra, su dei tappetini per assistere allo spettacolo ... ma diciamocelo, non è il massimo della comodità :) 

Luci soffuse, due sedie, candele, due calici di vetro a terra. Uno vuoto, l'altro pieno. 
Al centro c'è un uomo vestito di nero, Paolo. 
Siamo una decina di persone, ci accomodiamo e dopo alcuni minuti di silenziosa attesa, inizia il monologo. 

Ed io inizio a perdermi.

Le parole sono veloci, non riesco a seguire questo flusso di coscienza inarrestabile. Ne riesco a captare alcune, e proprio quando la mia mente ne sta elaborando il significato, ecco che ne arrivano altre. Sono sommersa di parole...e ad un certo punto, mi perdo. 

A quel punto i miei occhi sono incollati a Paolo. Il suo corpo in movimento e i suoi sguardi catturano la mia attenzione. 
Penso che ormai non riuscirò più a capire il senso. Mi chiedo, ma c'è un senso?

All'improvviso mi ricordo di essere una psicologa. Sembrerà strano, ma ogni tanto mi serve ricordarlo :) 
Mentre mi perdo sotto una "Pioggia di Parole" decido di smettere di cercare un senso, ma semplicemente scelgo di stare. 


Da brava psicologa so che a volte non è importante ascoltare tutte le parole e sforzarsi di trovargli un senso, ma percepire le emozioni che sento. Seguire le mie emozioni mi permette di trovare la strada giusta. E allora decido di seguirle. 
D'altronde il teatro è esperienza. L'esperienza di emozioni scambiate, condivise, vissute. L'esperienza di ricerca personale di senso.

Mi colpisce il ritmo incalzante. La forza di Paolo che si perde dietro ad un muro suoni. E mi sento anch'io persa. Persa dietro i miei pensieri che si accavallano velocemente. 
Faccio esperienza di me, inesperta di teatro, che ascolta e sente. Che vive nel <<qui ed ora>>, un momento di emozione. 

L'esperienza di ieri sera mi ha stupita, mi sono meravigliata di me; una neofita che riesce a cogliere il senso...il MIO senso di un'esperienza affascinante...la mia intima esperienza di resistenza
Grazie Paolo. 

Dott.ssa Roberta Schiazza

3 commenti:

  1. Emozionante la performance .Certo il primo impatto con la"pioggia" è duro . Forse tutto sta a"buttarsi senza ombrello"come, in fondo,suggerisci tu.Grazie per l'articolo. ILA

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  2. Emozionante la performance .Certo il primo impatto con la"pioggia" è duro . Forse tutto sta a"buttarsi senza ombrello"come, in fondo,suggerisci tu.Grazie per l'articolo. ILA

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  3. Grazie per il commento, e soprattutto, per avermi invitata! E' stato anche un piacere condividere questo momento con te e prenderci del tempo per noi...ce lo siamo meritate! ;)

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