martedì 9 settembre 2014

La gestione del gruppo classe

Progetto "La gestione del gruppo classe" 
presso l'istituto comprensivo numero 4 Chieti 



Questo articolo è un sunto di un mio intervento durante un progetto realizzato presso l'Istituto comprensivo 4 di Chieti, previo richiesta del dirigente scolastico, Prof. Ettore D'Orazio. 
La richiesta era quella di creare un percorso di aggiornamento e formazione rivolto ai docenti delle scuole elementari e medie, riguardo alla gestione del gruppo classe e delle eventuali problematiche che i docenti si trovano quotidianamente a dover affrontare.





Il mio intervento prende spunto dalla mia formazione teorico-pratica, che utilizza l'approccio sistemico relazionale, molto utile per leggere la complessità del sistema classe e per poter costruire degli interventi specifici orientati alla soluzione del problema.

L'approccio sistemico relazionale parte da alcuni presupposti: per poter intervenire efficacemente all'interno dei sistemi complessi, quale è il gruppo classe, è necessario abbandonare una visione lineare degli eventi a favore di un punto di vista circolare, che consente di cogliere i feedback che provengono dal contesto scolastico e dagli alunni.

Dunque il fulcro dell'interesse dell'insegnante non è solo il singolo individuo, il singolo bambino o ragazzo, ma bisogna porre attenzione ai sistemi di relazione di cui egli fa parte, con uno sguardo a tutti i sistemi di interazioni che si creano all'interno del sistema.

Da queste premesse teoriche discendono delle conseguenze pratiche: non ci si chiederà più qual è il disagio del singolo bambino o ragazzo, ma sarà invece importante chiedersi 

Che cosa sta succedendo tra questo ragazzo e i diversi sistemi significativi del suo ambiente, che producono, amplificano e mantengono il disagio?

La scuola sicuramente è un contesto molto specifico, complesso e articolato, per la presenza di diverse tipologie di persone e per la specificità che rappresenta. L'istituzione scolastica ha delle finalità specifiche, formative ed educative, che vengono veicolate dal rapporto che si costruisce tra insegnanti e alunni, con le famiglie, con i collaboratori, ecc. Affinché gli obiettivi formativi siano raggiunti è necessaria la costruzione di rapporti e legami affettivi, collaborativi e di reciproco rispetto. 
Essendo il contesto così complesso e articolato, l'oggetto dell'osservazione non sarà più solo il singolo studente problematico, ma il processo di interazione che partecipa alla costituzione e al mantenimento del problema, evitando di etichettare un alunno come "il" problema. 




Durante un intervento a scuola diventa fondamentale porsi degli obiettivi: se un docente si trova ad affrontare un problema che solitamente si manifesta con un disagio di un alunno, è importante per prima cosa osservare e leggere il contesto focalizzando l'attenzione sui rapporti e sulle retroazioni. Per poter raggiungere questi obiettivi è necessario creare un clima positivo e collaborativo, ammettendo le diversità caratteriali e favorendo la possibilità di espressione e circolazione delle informazioni. 

E' di fondamentale importanza anche utilizzare le risorse che si hanno a disposizione: spesso i docenti, a causa della difficoltà della tipologia di lavoro, tendono a dimenticare di aver a disposizione un gruppo di lavoro. 
“Il gruppo-classe rappresenta la struttura di base attraverso cui l’organizzazione scolastica persegue gli obiettivi istituzionali dell’acquisizione sistematica e programmata di conoscenze ma costituisce anche l’ambito entro il quale si manifestano bisogni di natura individuale, differenti da quelli istituzionali, ad esempio il bisogno di avere amicizia, di conquistare prestigio o di scaricare aggressività” (Carli, Mosca, 1980).

Il singolo bambino o ragazzo ha bisogno di appartenere al gruppo classe, sperimentando un senso di contenimento e protezione, di riconoscimento del proprio valore e della stima degli altri. Dunque quando un alunno assume un comportamento inappropriato non è corretto chiedersi il perché questo ragazzo disturbi, ma porre attenzione al motivo per il quale lo studente assume, all'interno di questo specifico gruppo classe, il ruolo del ragazzo che disturba, coinvolgendo in tal modo tutto il gruppo classe nella comprensione e gestione della difficoltà. 

Per poter intervenire efficacemente e gestire nel migliore dei modi la classe, può essere di grande utilità assumere un punto di vista Sistemico-Relazionale, che consente al docente di cambiare e ampliare il proprio campo visivo, in modo da intervenire con più efficacia. 

Dott.ssa Roberta Schiazza
Psicologa Chieti Pescara
roberta.schiazza@libero.it

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